Cos’è la rosacea? La rosacea è una dermatosi benigna ad andamento cronico evolutivo…
La rosacea è una dermatosi benigna ad andamento cronico evolutivo e a predisposizione familiare, che colpisce il volto di soggetti adulti intorno ai 40 anni, con maggiore frequenza per il sesso femminile e i fenotipi chiari. Secondo letteratura colpisce dal 3% al 7% della popolazione.
La rosacea colpisce la zona del viso per le seguenti ragioni:
- I capillari risultano già essere di calibro maggiore e più superficiali rispetto alle sedi corporee.
- Si tratta di un’area esposta ai fattori ambientali.
- Numerosi sono gli shunt termoregolatori specializzati per il rilascio di calore.
- Il flusso sanguigno è ben maggiore rispetto alla richiesta nutritiva.
La Rosacea è una patologia multifattoriale su base vasomotoria. Non esiste quindi una causa esatta, ma diversi fattori predisponenti, che possono essere presenti isolatamente o congiuntamente. Le cause principali sono:
- La familiarità: il 30-40% dei pazienti con rosacea ha un parente affetto da questa dermatite.
- Il fenotipo chiaro.
- Il genere femminile.
- I fattori che determinano flush cutanei.
La vasodilatazione capillare fugace (flushing) causa a lungo andare un processo di ingrossamento e rimodellamento con vasi tortuosi della rete capillare (angiogenesi), determinando la vasodilatazione stabile dei capillari (teleangectasie).
I fattori che determinano flush cutanei sono:
- Fattori ambientali (caldo, freddo, sbalzi termici, vento e sole).
- Fattori emotivi.
- Fattori ormonali (le vampate tipiche della menopausa).
- L’attività digestiva induce un riflesso nervoso gastro-cutaneo con conseguente vasodilatazione a livello della cute. Questo è più evidente in seguito all’assunzione di cibi caldi, piccanti ed alcol ed è responsabile dell’aggravamento della rosacea dopo i pasti. Helicobacter pylori, batterio responsabile di gastrite ed ulcera gastrica, sembra essere coinvolto nell’eziologia della rosacea.
- Un’anomala concentrazione di neurotrasmettitori (ad es. sostanza P vasodilatatore) in sede cutanea, responsabili di un’iperattività vasale in risposta a stimoli fisiologici, come ad esempio l’esposizione al freddo o l’assunzione di alcolici.
- L’applicazione topica di cortisonici, in seguito all’immediata vasocostrizione, determina un effetto rebound caratterizzato da vasodilatazione sempre più intensa nelle successive somministrazioni e che, nelle terapie croniche, può diventare permanente.
- Fattori chimici (farmaci, sudore, cosmetici e detergenti aggressivi) scatenano ed accentuano le manifestazioni cliniche della rosacea.
- L’esposizione agli UV, oltre a determinare vasodilatazione con flush cutaneo, causa danni a DNA e connettivo dermico con conseguente risposta infiammatoria locale.
- Demodex folliculorum, acaro normalmente presente nei follicoli del volto, potrebbe essere implicato nella patologia.
Nel 2002 la National Rosacea Society ha classificato la patologia in cinque stadi o sottotipi:
Si manifesta con episodi di Flushing o vasodilatazioni accessionali che causano un arrossamento al volto che di solito si protrae per almeno 10 minuti. Si verificano soprattutto dopo i pasti, in occasione di traumi emotivi, escursioni termiche (passaggio dal caldo al freddo e viceversa), ingestione di alcool, di cibi molto caldi o particolarmente sapidi e piccanti. L’arrossamento temporaneo risulta per così dire esagerato rispetto alle condizioni basali ed il paziente lamenta un forte disagio per l’abnorme reattività della cute del proprio viso (flusher and blusher). Gli episodi di flushing, diventando sempre più frequenti, generano l’instaurazione di un eritema fisso teleangectasico.
Definito anche couperose, dura da almeno tre mesi, risparmiando in maniera caratteristica la zona perioculare (occhiali bianchi). Il paziente lamenta bruciore e prurito con una ridotta soglia di irritazione nell’applicazione di prodotti topici, solari e cosmetici. I fenomeni irritativi inducono spesso ad eseguire test epicutanei: nella maggior parte dei casi tuttavia gli approfondimenti allergologici danno esito negativo. In alcuni casi si riscontra iperemia del sacco congiuntivale con lacrimazione profusa.
Il quadro è complicato dalla presenza di teleangectasie (dilatazione permanente di piccoli vasi) con cute secca, sottile e ruvida al tatto.
Fase francamente infiammatoria, nota anche come acne rosacea, caratterizzata dalla comparsa di lesioni papulo pustolose distribuite con estensione “a farfalla”. In questo stadio può essere frequentemente isolato Demodex Folliculorum, acaro parassita obbligato del follicolo pilo sebaceo, da guance, naso, solchi naso genieni, con una carica patologica maggiore di 5 acari per cm quadrato. Nel 1981 tuttavia gli studi per l’isolamento del Demodex non sembrano denunciare un suo ruolo patogenetico fondamentale nel determinismo della rosacea al IV stadio anche a seguito di terapie con altissime dosi di metronidazolo. Nel 2004 si scoprì inoltre un altro bacillo adeso al Demodex folliculorum (bacillus oleronius), che stimola la proliferazione dei linfociti nella rosacea e risulta sensibile alle tetracicline. Il suo ruolo, in attesa di ulteriori studi, non è ancora stato chiarito.
Spesso la rosacea papulo pustolosa persistente evolve con la sovrapposizione di manifestazioni fimatose. L’aspetto più caratteristico è quello del rinofima, che si manifesta con naso ingrossato, tumefatto e deformato più o meno marcatamente, sia per iperplasia e fibrosi dermica granulomatosa, sia per ipertrofia sebacea da tappi di keratina. Il rinofima è più frequente nei soggetti di sesso maschile che hanno superato i 50 anni. Le manifestazioni fimatose possono essere presenti anche al mento (gnatofima), alle palpebre (blefarofima), alla fronte (metofima) e persino alle orecchie (otofima). Il coinvolgimento oculare in questo stadio è molto frequente con congiuntiviti, blefariti (occhi da coniglio), cheratiti e vascolarizzazione della cornea (Rosacea oftalmica).
Si affianca alla classificazione precedente l’esistenza anche di una forma di acne rosacea che insorge improvvisamente con placche eritematose e pustole, soprattutto nel sesso femminile, senza pregresse manifestazioni di flushing e/o di eritema fisso.
L’approccio terapeutico: farmaci, cosmetici o bisturi? La strategia terapeutica per la cura della rosacea prevede un programma a lungo termine che si avvale di una parte prettamente farmacologica, sia topica che sistemica, affiancata da un trattamento dermocosmetico specialistico coadiuvante (Skin Care), indispensabile per ottimizzare la riuscita della terapia farmacologica. Lo Skin Care si propone come un programma articolato in tre fasi: detersione delicata, trattamento lenitivo, disarrossante e riequilibrante e, al bisogno, protezione solare con SPF molto alto. È un percorso che va intrapreso il più precocemente possibile, in quanto gioca un ruolo fondamentale nel controllo dell’evoluzione dei primi stadi della Rosacea. Capitolo a parte è il trattamento fisico e chirurgico per la cura dell’acne rosacea, come laser CO2, dermoabrasione, decorticazione dei tessuti, Dye laser e luce pulsata, unicamente destinato alle forme fimatose e teleangectasiche.
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